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"AUTUNNO" foto di Attilio Pietrogiovanna

AGNER e DINTORNI , vuole essere uno spazio a disposizione di abitanti e frequentatori di questi luoghi.
Ovviamente questo vale anche per associazioni, amministratori locali e per tutti coloro abbiano da proporre tematiche inerenti l'Agordino.
E sopratutto vogliano promuovere tante lodevoli iniziative spesso note ai soli abitanti del paese in cui si svolgono!

Inviateci tramite e-mail il programma di quanto organizzate, con molto piacere, sarà inserito quanto prima su Agner & Dintorni..


domenica 4 settembre 2011

El troi de Sant'Antoni

di giorgio casera

E’ (o meglio, era) una diramazione dal sentiero più importante che dalla fontana de I Struz (quella posizionata sopra il Pian de la Roda), portava verso i Piai, quella larga parte di terreno degradante sotto il crinale che va da Fason a Larion, terreno che, rivolto a mezzogiorno, è stato oggetto di sfalcio fino agli anni ’60 (ora è ovviamente un fitto bosco).
La diramazione, a sinistra, partiva una cinquantina di metri sopra la fontana, saliva verso il loch dei Balet (una famiglia di Agordo), passava tra talvà e caselo dei suddetti e si infilava in piano verso la Val dei Gamber dove scorreva un torrente (noi lo chiamavamo Raveseda) che fino all’alluvione del 1966 era pieno di gamberi di fiume. Da lì, attraversato il torrente, ci si portava verso la strada di Piandison, e poco prima di arrivarci, si trovava il capitello di Sant’Antonio.


Nei lunghi pomeriggi estivi (delle vacanze anni ’50), se non c’erano attività di fienagione c’era solo da aspettare l’abbeverata del bestiame (alle 17) e la successiva mungitura. Allora, se vedeva noi ragazzi sull’annoiato, la iaia Nina, che abitava in una casa vicina, ci esortava ad andare con lei da Sant’Antoni. Lei era devotissima al Santo, protettore degli animali, come tutti coloro che possedevano bestiame. Nell’economia di quei tempi la salute del bestiame era quasi l’unica garanzia di sopravvivenza: ricorderò sempre l’agitazione della iaia Nina in occasione di un difficile parto della sua unica mucca. Quindi ogni occasione era buona per chiedere la protezione del Santo.


Anche oggi, vista la vicinanza con casa, mi capita di percorrere il sentiero. E’ poco battuto, ormai, forse sono l’unico a farlo. Più che individuarne le tracce residue, vado a memoria. Talvà e caselo dei Balet sono diroccati, alberi e arbusti crescono disordinatamente, rumori di animali che scappano percependo un estraneo… Quando si arriva alla strada di Piandison sembra di essere usciti dalla jungla!

P.S. E’ solo una coincidenza che questo post segua di pochi giorni quello di “Sagron Mis un esempio da seguire?” (29 agosto). Sulle prime, dopo averlo letto, consapevole che quel comune è in provincia di Trento (eh, il confine è proprio evidente nel paesaggio!), ho pensato di trovare nel bando un incentivo economico per chi ottemperasse all’invito del Comune di mantenere pulito ed ordinato il territorio. Incentivo che invece non c’era! Dunque è un’operazione meramente culturale.
E allora ripeto la domanda dei ragazzi della Consulta Agordina: perché da noi no?

1 commento:

  1. Rispondo per nome di Manuel.
    Noi come consulta giovanile agordina siamo apolitici e il nostro scopo è quello di creare degli spazi o delle opportunità per i giovani. Le borse di studio per i giovani sono un primo passo.
    Per il resto siamo molto impegnati con la lotta per l'ospedale di Agordo.
    Purtroppo quel che io chiamerei urgenza territoriale diventa per noi una questione terziaria.
    Unica cosa che possiamo fare è quella di mandare un suggerimento ai comuni ma non di più per il momento. Anche perchè prima dobbiamo dare spazio ai giovani poi all'ospedale e poi al resto e di progetti c'è ne sono già.
    In più vai a rischiare sempre un'accusa che sei dalla parte di Sagron Mis e magari ti mettono in un schieramento. Non deve succedere. Ma di gente stupida ne siamo pieni che anzichè concentrarsi sul territorio si concentra sulla politica e basta.

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